Mirella Bentivoglio
Mirella Bentivoglio: giochi di parole-immagini
La sfera del poetico incontra quella del visuale: la parola si stacca dalla frase, diviene immagine, si isolano sillabe e lettere e si ricombinano in accostamenti mentali inediti e slittamenti di senso.
Dall’esordio poetico nel 1943 con la raccolta di versi Giardino Bentivoglio approda negli anni Sessanta alla scoperta dei valori visivi del segno linguistico, lavora sul linguaggio-immagine elaborando strutture simboliche di origine alfabetica, fino a giungere a una «libertà totale di mosse». Ne Il cuore della consumatrice ubbidiente gioca con le due “C” della CocaCola, disposte specularmente a formare un cuore, scompone la parola e isola ‘oca’.
L’uovo, il seme, il libro, l’albero sono destinati negli anni a divenire i suoi oggetti simbolici. La forma uovo può evocare il potere creativo dell’inconscio in Uovo e portauovo, genesi e cultura, o con ironia la condizione umana nella società dei consumi ne Il consumatore consumato uomo à la coque. La forma uovo viene assunta anche come seme – la vita che rinasce –, come ne La scrittura di Mirella Bentivoglio, uno dei suoi libri-oggetto, che dalla pietra arriveranno alla terra con il Libro Campo.