Fondazione Polonsky
II progetto di digitalizzazione degli incunaboli della Biblioteca del Monastero di Santa Scolastica di Subiaco è un progetto pilota che, prendendo in esame le molteplici sfaccettature presenti in un libro e grazie al supporto di tecnologie e basi dati catalografiche e digitali internazionali, mira a creare un innovativo modello di ricerca sulle edizioni a stampa del sec. XV.
Il progetto, coordinato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma in collaborazione con il CERL (Consortium of Europan Research Libraries), è realizzato con il generoso sostegno della Fondazione Polonsky al fine di favorire la conservazione e lo studio di importanti collezioni di incunaboli di non facile accesso per gli studiosi, data la loro collocazione geografica, ma di straordinaria rilevanza in virtù della storia delle Istituzioni che le custodiscono, quali sono le biblioteche annesse ai Monumenti Nazionali.
Il progetto generale prevede infatti la digitalizzazione degli incunaboli di undici Biblioteche statali annesse ai Monumenti Nazionali, come definiti dalla legge, a partire proprio dal Monastero benedettino di Santa Scolastica in Subiaco, luogo in cui ha preso avvio l’arte della stampa in Italia.
Qui, infatti, i chierici Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz, provenienti dalla Germania, stamparono i primi incunaboli italiani fra il 1464 e il 1467: la biblioteca del monastero, che è il reale oggetto dell’attenzione del progetto pilota, conserva oggi 206 esemplari del sec. XV.
Fra questi, oltre numerose edizioni romane e diverse altre edizioni di grande rarità di cui si conoscono poche copie al mondo, anche l‘ Opera di Lattanzio stampata nel 1465 proprio a Subiaco dagli stessi Sweynheym e Pannartz, e due copie del loro De civitate Dei di S.Agostino del 1467.
Di quest’opera la biblioteca conserva anche il manoscritto usato in tipografia, uno straordinario testimone della delicata fase di allestimento del testo, nel passaggio fra produzione manoscritta e a stampa.
Il progetto infatti include non solo gli incunaboli, ma anche altri materiali poco noti quando non del tutto sconosciuti, come manoscritti usati in tipografia, cataloghi storici, inventari e documenti d’archivio, di essenziale rilievo per ampliare i confini della ricerca storica, sia artistica che sociale ed economica, oltre che bibliografica.