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Vincenzo Cerami

Se la narrativa di Calvino segue insoliti giochi e processi combinatori, quella di Vincenzo Cerami torna a un contatto diretto con la realtà. Il romanzo d’esordio Un borghese piccolo piccolo del 1976 offre uno spietato affresco dell’Italia degli anni Settanta attraverso il racconto di una storia d’impiegati. Spetta proprio a Calvino firmare la quarta di copertina: «Questa presentazione al libro aveva promesso di scriverla Pier Paolo Pasolini: voleva essere lui a tenere a battesimo il primo romanzo del nuovo scrittore. Nessuno meglio di lui avrebbe saputo mettere in valore questo quadro d’una Roma feroce, quest’indagine molecolare d’un mondo in cui un processo d’omogeneizzazione sociale e culturale si compie in un deserto di valori». Proprio nel dattiloscritto del romanzo sono presenti note autografe di Pasolini, suo professore alle scuole medie di Ciampino. La realtà quotidiana si coniuga con il dramma e il grottesco. L’attenzione verso i lati più problematici dell’esistere e un mondo colto in tutte le sue contraddizioni caratterizza anche le sue opere successive: Amorosa presenza del 1978, il romanzo in versi Addio Lenin e Tutti cattividel 1981, Ragazzo di vetro del 1983 e La lepre del 1988. L’insegnamento di Pasolini, con il quale egli collabora come aiuto regista per Comizi d’amore, Uccellacci e uccellini e La Terra vista dalla Luna, appare fondamentale non solo per i suoi romanzi ma anche per l’attività di drammaturgo e sceneggiatore. La scrittura di Cerami si snoda con disinvoltura in diverse strade, una delle quali, quella di sceneggiatore cinematografico, lo porterà ad essere candidato all’Oscar nel 1999 per aver sceneggiato La vita è bella in collaborazione con Roberto Benigni.