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La stanza di Elsa

Via dell'Oca 27: dall'attico affacciato su Piazza del Popolo vede la luce buona parte della produzione letteraria di Elsa Morante destinata a confermarla come uno tra i più grandi scrittori novecenteschi.

La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma fa riemergere simbolicamente l'affascinante e segreta officina di scrittura dedicando all'autrice de La Storia una sala arredata con i mobili originari presenti nella sua abitazione definitiva donati nel 2015 da Carlo Cecchi: la scrivania; la macchina da scrivere con la quale fu redatta l'ultima stesura di Aracoeli; le librerie contenenti i suoi libri, di lettura e di studio, e la sua collezione di dischi; i ritratti della scrittrice ad opera di Carlo Levi e di Leonor Fini; i quadri dai vivaci colori del giovane pittore americano Bill Morrow, alcuni dei quali sono stati scelti dalla stessa Morante per le copertine delle sue opere.

La stanza, luogo onirico per eccellenza - metafora dell'inconscio -, rappresenta anche lo spazio attraverso cui si materializza l'accesso alla scrittura e all'opera creativa.

È stata Elsa Morante stessa a volere che le sue carte fossero conservate presso la Biblioteca. Al primo nucleo di manoscritti, donati nel 1989 e relativi alle sue principali opere, se ne è aggiunto nel 2007 un altro cospicuo che dà prova della sua poliedrica scrittura: dai racconti giovanili alle poesie, dai romanzi incompiuti ai primi quaderni di scuola elementare e diari, dagli scritti critici a quelli etico-politici e sul cinema. L'archivio trova la propria organicità con l'acquisizione, nel 2013, del carteggio di oltre 6000 lettere. Spetta alla biblioteca personale della Morante completare la ricchezza documentaria su uno dei massimi scrittori del Novecento.

Tutto questo è stato possibile grazie alla grande generosità dei suoi eredi, Carlo Cecchi e Daniele Morante, verso i quali la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma vuole ancora esprimere con questa esposizione permanente il segno della sua ammirazione e gratitudine.